Buoni pasto 2026: perché è il momento giusto per iniziare a pianificare il nuovo anno
28/10/2025
Con l’arrivo del nuovo anno, le aziende sono chiamate a pianificare con attenzione la propria strategia di welfare e la gestione dei benefit che desiderano offrire ai propri dipendenti. Tra le soluzioni più apprezzate spiccano i buoni pasto, un benefit flessibile che unisce vantaggi fiscali e deducibilità a un supporto concreto per la vita quotidiana dei dipendenti. Scopri perché anche nel 2026 i buoni pasto restano la scelta ideale per aziende e collaboratori, e quali sono le agevolazioni economiche attualmente previste dalla normativa.
Il 2026 è sempre più vicino e per le aziende diventa fondamentale pianificare in modo strategico le iniziative di welfare, scegliendo strumenti efficaci e semplici da gestire. La preparazione tempestiva permette non solo di ottimizzare i costi e garantire la conformità alle normative, ma anche di migliorare l’organizzazione interna e promuovere un welfare aziendale più efficace e sostenibile.
Tra i vari strumenti disponibili, i buoni pasto si confermano come una delle soluzioni più apprezzate tanto dalle aziende quanto dai dipendenti, grazie ai vantaggi fiscali che offrono e alla loro flessibilità, che consente ai collaboratori di utilizzarli per la propria pausa pranzo o per la spesa quotidiana.
Ma non si tratta solo di un beneficio economico. Mettere a disposizione dei collaboratori strumenti concreti che migliorano la qualità della pausa pranzo, significa investire in una cultura aziendale attenta alle esigenze della propria forza lavoro, con impatti diretti su benessere, motivazione e produttività. I buoni pasto, infatti, contribuiscono al benessere psicofisico dei dipendenti, incentivando scelte alimentari più sane e regolari durante la giornata lavorativa.
Ma cosa prevede la normativa dei buoni pasto? Facciamo chiarezza sulla loro deducibilità e tassazione in vista del 2026.
Normativa dei buoni pasto 2026: tutto quello che c’è da sapere
Il Decreto MISE n. 122/2017 definisce i buoni pasto come documenti di legittimazione che danno diritto al titolare di ottenere un servizio sostitutivo di mensa presso gli esercizi convenzionati. Inoltre, secondo la normativa, i buoni pasto:
- non sono cedibili né convertibili in denaro;
- possono essere utilizzati solo dal titolare;
- non sono cumulabili oltre 8 buoni al giorno (art. 4, comma 1, D.M. n. 122/2017);
- possono essere emessi in formato cartaceo o elettronico, con vantaggi fiscali differenti.
I Buoni Pasto Pluxee, per esempio, sono disponibili in formato cartaceo, elettronico o completamente digitale, per un utilizzo esclusivo da mobile. I formati elettronici e digitali, in particolare, si stanno confermando come i preferiti da aziende e dipendenti in particolar modo per la loro praticità.
Con i Buoni Pasto Elettronici Pluxee, infatti, si semplifica la gestione degli ordini, che possono essere effettuati facilmente online tramite il portale dedicato, si eliminano i costi diretti di gestione, consegna e distribuzione dei buoni e, con la versione virtuale, vengono azzerati i costi logistici, grazie all'uso esclusivo da mobile - una soluzione 100% sostenibile e plastic-free.
Inoltre, offrono massima flessibilità: i Buoni Pasto Elettronici Pluxee possono essere utilizzati con facilità presso una rete di oltre 100.000 locali ed e-commerce convenzionati. Grazie all'app mobile, inoltre, i dipendenti hanno accesso ai loro buoni pasto dove e quando vogliono e possono monitorare il saldo, consultare i locali partner e controllare lo storico delle transazioni.

Tassazione dei buoni pasto nel 2026: esenzioni e vantaggi fiscali da conoscere
Dal punto di vista fiscale, i buoni pasto restano anche per il 2026 uno degli strumenti di welfare aziendale più vantaggiosi. In base alla normativa vigente (articolo 51, comma 2, lettera c del TUIR), i buoni pasto infatti non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente entro le soglie di esenzione previste:
- 8 euro al giorno per i buoni pasto elettronici;
- 4 euro al giorno per i buoni pasto cartacei.
Entro questi limiti, i buoni pasto sono totalmente esentasse per i dipendenti e non soggetti a contribuzione previdenziale. Ciò significa che le aziende possono offrire un credito completamente detassato ai propri collaboratori, che non solo aumenta il loro potere d’acquisto ma supporta anche scelte alimentari più sane per la pausa pranzo.

Deducibilità dei buoni pasto per il 2026: i vantaggi per le aziende
La deducibilità dei buoni pasto rappresenta uno dei principali motivi per cui le imprese scelgono di includerli nei propri programmi di welfare. Secondo quanto previsto dalla normativa, le spese sostenute per l’acquisto dei buoni pasto sono deducibili al 100% ai fini delle imposte dirette (IRES, IRPEF, IRAP), a condizione che vengano contabilizzate nel periodo d’imposta in cui i dipendenti hanno usufruito del servizio.
Per quanto riguarda l’IVA, l’aliquota applicata è agevolata al 4% ed è interamente detraibile. Questo meccanismo consente alle aziende di ridurre sensibilmente il carico fiscale, aumentando al contempo la soddisfazione dei lavoratori.
I Buoni Acquisto Elettronici Pluxee, in particolare, sono la scelta ideale poiché combinano tutti i vantaggi offerti dalla normativa attuale: sono deducibili al 100%, con IVA agevolata al 4% completamente detraibile e sono esenti da contributi fiscali, previdenziali e assistenziali fino a un importo di 8€ al giorno per persona.
Buoni pasto ai liberi professionisti: hanno diritto a riceverli nel 2026?
I buoni pasto possono essere offerti dall'azienda sia a tutti i prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno e/o parziale, anche qualora l’orario di lavoro non preveda una pausa pranzo, sia a tutti i soggetti che hanno instaurato con l’azienda un rapporto di collaborazione anche non subordinato.
Infatti, i buoni pasto sono uno strumento pratico e vantaggioso anche per i liberi professionisti e le ditte individuali, utile a gestire le spese quotidiane legate all’alimentazione. Tuttavia, i benefici fiscali dipendono dal regime fiscale adottato:
- Partite IVA in regime ordinario: per le aziende e i titolari di partita IVA in regime ordinario, il costo sostenuto per l’acquisto dei buoni pasto è deducibile in una misura compresa tra il 75% e il 100% ai fini delle imposte dirette e l'IVA, al 4 o al 10% a seconda dei casi, è interamente detraibile.
- Partite IVA in regime forfettario: non è prevista deducibilità né detraibilità, poiché le spese sostenute non incidono sul reddito imponibile.
I buoni pasto: uno strumento di welfare strategico per il 2026
In conclusione, i buoni pasto rappresentano anche per il 2026 una leva strategica per tutte le aziende che vogliono investire in un welfare aziendale sostenibile, efficiente e orientato al benessere dei propri dipendenti. La loro deducibilità totale, le agevolazioni fiscali e la semplicità di gestione li rendono uno degli strumenti più efficaci per ottimizzare i costi e valorizzare le persone.
Grazie agli strumenti di welfare messi a disposizione da Pluxee puoi costruire per la tua azienda un futuro più efficiente, produttivo e attento al benessere delle persone. Contattaci ora per una consulenza gratuita!
