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Esenzione buoni pasto 2026: soglie, deducibilità e novità per aziende e dipendenti

18/12/2025

Nel 2026 i buoni pasto continuano a rappresentare uno dei benefit più diffusi e convenienti per aziende e dipendenti. Oltre a migliorare la qualità della pausa pranzo e sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, permettono alle imprese di ottimizzare i costi grazie a un regime fiscale particolarmente vantaggioso. Ma come funziona oggi l’esenzione dei buoni pasto? In questo articolo analizziamo le norme in vigore, le differenze tra formati elettronici e cartacei e i vantaggi fiscali per aziende e lavoratori.

I buoni pasto rappresentano una delle soluzioni di welfare più apprezzate dalle aziende perché consentono di offrire ai dipendenti un benefit concreto, capace di migliorare il benessere sul posto di lavoro e la qualità della pausa pranzo.  

Per i collaboratori, infatti, i buoni pasto sono uno strumento estremamente utile: permettono di acquistare pasti sani e bilanciati, fare la spesa quotidiana o condividere un momento di pausa con i colleghi nel proprio ristorante preferito. Sono quindi un’ottima soluzione per rafforzare i rapporti lavorativi, sostenere la socialità e, soprattutto, fornire un supporto economico concreto per le spese alimentari

Allo stesso tempo, le aziende che scelgono di erogare i buoni pasto non solo contribuiscono a creare un clima di lavoro più positivo e motivante, ma possono anche contare su vantaggi fiscali rilevanti.

Continua a leggere per scoprire come funziona la tassazione dei buoni pasto e quali sono le soglie di esenzione fiscale per la tua azienda nel 2026. 

Buoni pasto: esenzione per il dipendente, l’azienda e le normative da conoscere

La tassazione dei buoni pasto si basa su un quadro normativo ben definito, che stabilisce quando questo benefit è esente da imposte e contributi e quando, invece, diventa imponibile.  

I principali riferimenti da conoscere sono due: la Legge di Bilancio 2020, che ha introdotto e confermato gli attuali limiti di esenzione dei buoni pasto, e l’articolo 51, comma 2, lettera c del TUIR, che disciplina il trattamento fiscale di questo benefit.

Secondo queste disposizioni, i buoni pasto sono considerati un’agevolazione di natura assistenziale e, in quanto tali, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente né sono imponibili ai fini previdenziali, purché il loro valore rientri entro determinate soglie.  

Tali limiti variano in base al formato del buono:

  • 4 euro al giorno per i buoni pasto in formato cartaceo;
  • 8 euro al giorno per i buoni pasto in formato elettronico.

In altre parole, entro questi importi i buoni pasto sono completamente esentasse sia per le aziende sia per i dipendenti.  

Come figurerà quindi la tassazione dei buoni pasto nella busta paga? 

Entro i limiti sopracitati il buono pasto appare nella busta paga soltanto in maniera figurativa, nella sezione “voci variabili mensili”. Quando invece il valore del buono supera le soglie previste, solo la parte eccedente viene considerata reddito da lavoro dipendente e perde il beneficio dell’esenzione. L’importo in eccesso viene quindi trattato come una normale componente della retribuzione, ed è soggetto a tassazione e contributi previdenziali come il resto dello stipendio. In questo caso, la percentuale di tasse da pagare verrà riportata nella sezione delle trattenute della busta paga. 

guida buoni pasto

 

Esenzione dei buoni pasto per le partite IVA e i lavoratori autonomi

I buoni pasto non sono un vantaggio riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti: anche professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita IVA possono beneficiarne. La normativa, infatti, prevede agevolazioni specifiche che consentono di dedurre i costi sostenuti per l’acquisto dei buoni pasto, migliorando la gestione delle spese quotidiane e ottimizzando la pianificazione fiscale.

È importante però fare una distinzione preliminare: i benefici fiscali legati alla deducibilità e alla detraibilità dei buoni pasto si applicano esclusivamente alle partite IVA in regime ordinario, mentre sono esclusi i contribuenti in regime forfettario.

Nel dettaglio, i titolari di partita IVA con dipendenti che decidono di erogare buoni pasto ai propri collaboratori possono dedurre integralmente il costo dei buoni pasto. In questo caso, l’IVA applicata è pari al 4% ed è totalmente detraibile, a condizione che le spese siano inerenti all’attività esercitata.

Anche per i professionisti con partita IVA senza dipendenti, i buoni pasto rappresentano una soluzione conveniente: secondo quanto previsto dall’art. 54, comma 5 del TUIR, è possibile dedurre fino al 75% del costo dei buoni pasto, entro il limite massimo del 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. In questo caso, l’IVA applicata con aliquota al 10% è interamente detraibile

Oltre l'esenzione dei buoni pasto: la deducibilità dei costi per le aziende

Per le aziende che scelgono di erogare buoni pasto ai propri dipendenti, la convenienza di questo benefit non si limita alla tassazione agevolata, ma riguarda anche la deducibilità dei costi e la detrazione dell’IVA. La normativa prevede infatti che il datore di lavoro possa dedurre integralmente i costi sostenuti per l’acquisto dei buoni pasto, purché il valore rientri nelle soglie stabilite dalla legge: 8 euro al giorno per i buoni pasto elettronici e 4 euro al giorno per quelli cartacei.

Le spese sostenute per l’acquisto dei buoni pasto sono deducibili per competenza ai fini delle imposte dirette, ovvero IRPEF, IRES e IRAP, a patto che il costo relativo all’acquisto sia dedotto in riferimento al periodo d’imposta in cui il collaboratore ha effettivamente usufruito del servizio.

Anche sul fronte dell’IVA il trattamento è particolarmente favorevole: per i buoni pasto elettronici l’aliquota è fissata al 4% e l’imposta è interamente detraibile, rendendo questo strumento ancora più vantaggioso per le aziende che vogliono ottimizzare i costi e semplificare la gestione fiscale. 

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Non solo esentasse: i vantaggi dei Buoni Pasto Pluxee per aziende e team 

Come abbiamo visto, il regime fiscale di favore rende i buoni pasto uno strumento particolarmente vantaggioso sia per le aziende, che possono offrire un benefit economicamente sostenibile, sia per i dipendenti, che ricevono un supporto concreto e detassato per le spese alimentari quotidiane. Ma per integrarli in azienda in modo semplice e nel pieno rispetto della normativa, è fondamentale scegliere una soluzione affidabile e flessibile.

Con Pluxee, la gestione dei buoni pasto diventa immediata. I Buoni Pasto Pluxee sono disponibili sia in formato cartaceo sia in formato elettronico e possono essere utilizzati presso una rete di oltre 100.000 esercizi ed e-commerce convenzionati, garantendo massima libertà di scelta ai dipendenti.

In particolare, la versione elettronica è disponibile sia con card fisica sia in versione virtuale, per un utilizzo esclusivo tramite Mobile App. In entrambi i casi, i pagamenti sono semplici e sicuri e, grazie all’applicazione dedicata, i dipendenti hanno la possibilità di controllare il saldo in tempo reale e consultare lo storico delle transazioni. La virtual card, inoltre, elimina completamente i costi logistici, rappresentando una soluzione digitale e 100% sostenibile.

 

In conclusione, i buoni pasto si confermano anche nel 2026 uno degli strumenti di welfare più efficaci e versatili, grazie al regime fiscale particolarmente vantaggioso che rende questo benefit conveniente per aziende, dipendenti e, in specifici casi, anche per professionisti in partita IVA e lavoratori autonomi.

 

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