
Buoni pasto in ferie: quando e a chi spettano?
16/07/2025
Che si tratti della pausa estiva, delle vacanze natalizie o di qualche giorno di riposo in altri momenti dell’anno, il tema delle ferie porta con sé alcune domande ricorrenti per le aziende. Una su tutte: i buoni pasto spettano anche durante le ferie? La risposta non è sempre così scontata, ed è importante chiarirla per evitare errori nella gestione dei benefit aziendali.
Continua a leggere per scoprire quando spettano i buoni pasto in ferie, a chi possono essere riconosciuti e come definire una policy chiara per i tuoi dipendenti.
I buoni pasto rappresentano da anni uno degli strumenti più efficaci per supportare il benessere quotidiano dei lavoratori, semplificare la gestione aziendale e ottimizzare i costi.
Per questo motivo, sempre più aziende li scelgono come benefit integrato in una strategia di welfare orientata alla qualità della vita e al work-life balance. Ma con l’arrivo delle ferie — estive, invernali o durante l’anno — sorge spontanea una domanda: come funziona con i buoni pasto durante le ferie?
In questo articolo rispondiamo ai dubbi più comuni e analizziamo cosa prevede la normativa per aiutarti a gestire questo benefit in modo corretto, trasparente e vantaggioso per tutti.
Buoni pasto in ferie: i dipendenti ne hanno diritto? Cosa prevede la normativa
Quando si parla di buoni pasto durante le ferie, è fondamentale partire da un presupposto chiaro: i buoni pasto non sono obbligatori per legge, ma rappresentano un benefit che l’azienda può scegliere di riconoscere ai propri dipendenti.
La normativa e la prassi consolidata stabiliscono che i buoni pasto spettano esclusivamente nei giorni di effettiva attività lavorativa del dipendente. Di conseguenza, durante le ferie – siano esse estive, invernali o di altro tipo – i buoni pasto non vengono normalmente riconosciuti, salvo che il contratto collettivo, un accordo aziendale o un regolamento interno prevedano diversamente. Questo principio si basa sull’art. 51, comma 2, lettera c del TUIR, che prevede l’esenzione fiscale dei buoni pasto proprio perché questi sono strettamente legati allo svolgimento dell’attività lavorativa. I buoni pasto, infatti, sono considerati un’alternativa al servizio mensa o all’indennità sostitutiva della mensa, e servono a coprire le esigenze alimentari del dipendente durante la giornata lavorativa. Anche l’Agenzia delle Entrate, nella Risoluzione n. 118/E del 2006, conferma che l’esenzione fiscale si applica solo quando i buoni sono finalizzati a soddisfare bisogni alimentari in connessione con l’orario di lavoro. Per questo motivo, i buoni pasto non sono generalmente erogati durante le ferie, poiché non rientrano tra le componenti della retribuzione feriale.
Tuttavia, in presenza di previsioni specifiche contenute in contratti collettivi, accordi aziendali o regolamenti interni, è possibile che i buoni pasto vengano riconosciuti anche nei giorni di assenza per ferie. È quindi sempre opportuno verificare le disposizioni contrattuali applicabili.
Ma quindi, chi ha diritto al buono pasto?
Ricapitolando, i buoni pasto possono essere riconosciuti a una vasta platea di lavoratori, non solo a chi ha una pausa pranzo formale prevista dal contratto. In particolare, l’azienda può offrirli a:
- tutti i dipendenti con contratto di lavoro subordinato, sia a tempo pieno che part-time, anche in assenza di una pausa pranzo esplicita;
- collaboratori non subordinati, come ad esempio i lavoratori a progetto o altre forme di collaborazione continuativa.
L’importante, è che venga rispettato il principio di erogazione legato alla prestazione lavorativa effettiva, come previsto dalla normativa vigente.
I dipendenti possono utilizzare i buoni pasto durante le ferie?
Anche se i buoni pasto non spettano nei giorni di ferie, nulla vieta ai dipendenti di utilizzare quelli già ricevuti in precedenza, nei limiti di validità e secondo le modalità previste. Questo significa che un collaboratore in ferie potrà tranquillamente utilizzare i buoni pasto accumulati — ad esempio per fare la spesa o pranzare — ma non riceverà nuovi buoni relativi ai giorni in cui non è in servizio.
È importante sottolineare che i buoni pasto hanno una funzione sostitutiva della mensa aziendale e sono legati alla prestazione lavorativa giornaliera, per poter permettere al lavoratore di godere del regime di parziale esenzione previsto dall’art. 51, comma 2, lett. c), TUIR. Tuttavia, la loro fruizione può avvenire in un momento diverso rispetto all’erogazione, proprio perché sono pensati per offrire flessibilità al lavoratore.

Quali sono gli ambiti e le regole di utilizzo del buono pasto?
Entrando più nello specifico, quali sono le regole per garantire e utilizzare correttamente il buono pasto e godere del regime fiscale agevolato?
Ecco alcune norme precise, pensate per garantirne un impiego corretto:
- Non sono cedibili ad altri né convertibili in denaro;
- Non sono cumulabili oltre il limite di 8 buoni al giorno;
- Possono essere utilizzati solo dal titolare e non da terzi;
- Sono spendibili esclusivamente per l’intero valore facciale, che include l’IVA su alimenti e bevande somministrati al pubblico.
Queste regole aiutano a mantenere trasparenza e coerenza nell’uso del benefit, sia per l’azienda che per i collaboratori.

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