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Turnover aziendale: come ridurre il ricambio del personale

13/10/2025

La riduzione del turnover aziendale rappresenta una delle sfide più rilevanti per le imprese italiane di ogni settore: sempre più dipendenti, infatti, scelgono di cambiare lavoro, generando impatti significativi su costi e produttività. Le motivazioni sono le più disparate e spaziano dalla mancanza di un adeguato riconoscimento, anche economico, a uno scarso work-life balance. Ridurre il ricambio del personale è possibile con strategie mirate: scopri come le soluzioni Pluxee possono supportare la tua impresa nel contenere i tassi di turnover e aumentare la retention dei dipendenti.

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Quando si parla di turnover del personale, ci si riferisce al ricambio dei dipendenti all’interno di un’organizzazione: un fenomeno che può essere fisiologico se legato a dinamiche naturali, come i pensionamenti, ma che si trasforma in una sfida quando il ricambio si fa continuo e coinvolge un numero elevato di collaboratori in tempi ravvicinati. Se il problema non è più episodico ma strutturale, si evidenzia una reale difficoltà da parte dell’azienda nel trattenere le proprie persone, a discapito della stabilità e della reputazione dell’azienda stessa.

Secondo l’European Workforce Study 2025 di Great Place to Work, in Italia ben 4 lavoratori su 10 dichiarano di voler cambiare lavoro nel corso dell’anno, contro una media europea del 31%. Un segnale forte che mostra come il ricambio del personale rappresenti una criticità concreta per le aziende del nostro Paese. 

Ma quali sono le cause che spingono le persone a lasciare un posto di lavoro? E quali strategie possono mettere in campo le organizzazioni per ridurre il turnover in azienda? 
 

Perché le persone cambiano azienda? Le motivazioni del turnover aziendale

Alla base del turnover del personale ci sono spesso motivazioni ben precise. 

  • Una delle principali riguarda l’assenza di opportunità di crescita e sviluppo professionale. Se mancano prospettive di avanzamento o occasioni di formazione, i collaboratori possono percepire il loro percorso come statico. Questo può ridurre la motivazione e spingerli a guardarsi intorno alla ricerca di un ambiente in cui trovare maggiori possibilità di crescita. 
  • Un altro fattore critico è la percezione di una retribuzione e di benefit non adeguati rispetto alle aspettative o agli standard di mercato. Non si tratta solo di stipendio, ma anche di strumenti di welfare e riconoscimenti concreti, che fanno sentire il dipendente valorizzato e parte integrante dell’azienda.
  • Sempre più rilevante è anche il tema del work-life balance. È possibile che in alcuni periodi servano sforzi extra, ma quando il sovraccarico di lavoro e gli straordinari diventano la regola, il rischio di perdere motivazione è altissimo. Anche il dipendente più appassionato, in assenza di riconoscimenti o attenzioni al suo benessere complessivo, potrebbe essere più incline a ricercare maggiore equilibrio e riconoscimento in un’altra azienda.
  • Infine, un clima aziendale basato su fiducia, collaborazione e ascolto motiva i dipendenti e li fa sentire parte integrante dell’azienda. Questo coinvolgimento favorisce la produttività e rafforza il senso di appartenenza, riducendo il desiderio di cambiare lavoro. Al contrario, quando manca l’employee engagement, cresce il rischio di un elevato ricambio del personale. Per questo investire in un ambiente positivo è la chiave per trattenere i talenti e promuovere il successo aziendale.


Ricambio del personale: quali sono i costi per le aziende?

Per le aziende, tutto questo ha un doppio costo: i dipendenti che restano sono più inclini a ridurre il loro impegno e a lavorare il minimo indispensabile, senza investire ulteriore tempo o energie in compiti non strettamente obbligatori e che vadano oltre le aspettative, dando vita così al fenomeno del “quiet quitting”. 

Se invece se ne vanno, ogni uscita comporta costi concreti legati alla selezione, all’onboarding e alla formazione di una nuova risorsa, senza contare i mesi necessari per tornare alla piena produttività. Secondo una simulazione di Great Place to Work Italia, un’azienda con 100 dipendenti e un tasso di turnover del 10% affronta circa 200.000 euro di costi annui indiretti, in cui rientrano la perdita di competenze, il calo di motivazione del team e il peggioramento del clima organizzativo.

Se il ricambio del personale è un costo e un rischio concreto per le imprese, la domanda diventa inevitabile: cosa possono fare le aziende per ridurlo e migliorare la retention dei dipendenti? La risposta non è mai unica, ma passa dall’ascolto dei bisogni dei collaboratori e dall’adozione di strategie mirate, capaci di combinare motivazione, gratificazione e prospettive di crescita. 

Vediamone insieme alcune!

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Come ridurre il turnover aziendale: le strategie per trattenere i talenti

Investire nella formazione continua e in percorsi di sviluppo personalizzati significa non solo arricchire le competenze del team, ma anche trasmettere fiducia nelle potenzialità delle persone e nel loro futuro all’interno dell’azienda. Allo stesso modo, promuovere una cultura aziendale inclusiva, basata su valori condivisi e obiettivi chiari, contribuisce a rafforzare la motivazione dei collaboratori e a consolidare il loro legame con l’impresa, rendendola più attrattiva anche per i nuovi talenti. 

A completare questo quadro, un ruolo fondamentale è ricoperto dai benefit e dal welfare aziendale: non si tratta di semplici incentivi aggiuntivi, ma di strumenti concreti che migliorano la qualità della vita, aumentano la gratificazione e sostengono il benessere quotidiano dei dipendenti, contribuendo così a ridurre in modo significativo il rischio di turnover aziendale.

Ridurre il turnover aziendale con i benefit 

Tra i benefit aziendali più efficaci nel ridurre il turnover del personale, le soluzioni offerte da Pluxee si distinguono per praticità, flessibilità e ampia scelta, garantendo al tempo stesso vantaggi fiscali sia per l’azienda che per i dipendenti. 

Buoni Pasto Pluxee rappresentano una soluzione semplice e quotidiana per sostenere il benessere alimentare dei dipendenti. Offrono la libertà di scegliere in autonomia tra spesa e pausa pranzo grazie a una rete di oltre 100.000 esercenti convenzionati tra bar, ristoranti, supermercati ed e-commerce. I Buoni Pasto Pluxee sono disponibili in formato cartaceo, elettronico (tramite card e app) o 100% digitale (per uso esclusivo da app mobile). Oltre alla comodità d’uso, assicurano vantaggi fiscali concreti: sono interamente deducibili per l’azienda ed esentasse, entro i limiti previsti dalla normativa: fino a 8 euro al giorno per i buoni pasto elettronici e fino a 4€ al giorno per quelli cartacei.

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Buoni Acquisto Pluxee, invece, offrono ai dipendenti la libertà di scegliere tra oltre 22.000 negozi fisici ed e-commerce, appartenenti a diverse categorie merceologiche: dagli alimentari all’abbigliamento, dalla cosmetica ai carburanti, dall’elettronica ai giocattoli, ai libri e  molti altri prodotti. Ma non solo, offrono anche ampia scelta tra partner online per esperienze, viaggi, trasporti e intrattenimento, grazie a una rete sempre più digitale. Oltre alla flessibilità d’uso, i Buoni Acquisto Pluxee garantiscono vantaggi fiscali importanti: rientrano nella categoria dei fringe benefit e sono deducibili per l’azienda ed esentasse per i dipendenti entro le soglie previste (fino a 2.000 € per chi ha figli a carico e 1.000 € per gli altri). Un benefit che unisce valore reale per i collaboratori e risparmio fiscale concreto per le imprese.

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Contrastare il turnover in azienda con un piano welfare completo 

In alternativa ai singoli benefit, le imprese possono scegliere di supportare i propri collaboratori con un piano welfare completo, mettendo a loro disposizione un credito dedicato da utilizzare per esigenze personali e familiari. La Piattaforma Welfare Pluxee, in particolare, permette una gestione semplificata e digitale del credito welfare, dando accesso ai dipendenti a un’ampia gamma di soluzioni tra cui: Buoni Acquisto Pluxee e Catalogo Voucher per utilizzi che spaziano dalla salute alla formazione, fino ad attività sportive e di benessere). Ma anche RimborsiVersamenti: i dipendenti possono utilizzare il proprio credito welfare per richiedere rimborsi su spese personali e familiari o decidere di destinare parte del proprio credito welfare alla previdenza complementare o all’assicurazione sanitaria integrativa.

Implementati in maniera strategica, gli strumenti di welfare Pluxee diventano così un vero e proprio vantaggio competitivo: aumentano la motivazione, sostengono il potere d’acquisto, riducono il turnover aziendale e migliorano la produttività. Investendo nel benessere dei dipendenti, infatti, i ritorni per l’azienda sono molteplici: collaboratori più sereni e motivati lavorano meglio, restano più a lungo e contribuiscono a creare un clima positivo e stabile. 

 

Vuoi scoprire come ridurre il turnover nella tua azienda? Contatta gli esperti Pluxee e costruisci oggi un piano welfare su misura per il tuo team.

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